I Kotodama e i Jumon Reiki sono un punto focale della pratica Reiki di Secondo Livello; scopriamone qualcosa in più attraverso questo articolo.
Una forza misteriosa insita nella parola: il Kotodama
Il “Kotodama” è una forza spirituale misteriosa insita nella “parola”. La pratica del Kotodama è alla base dello Shintoismo. In alcune teorie riguardanti la nascita dei Kotodama, si sostiene che l’Universo abbia avuto origine da un punto incomprensibilmente denso, rappresentato da una iperconcentrata vibrazione generata da un suono: “Su”.
Si narra che in principio, fumo, nebbia e vapore emanavano da quel punto, avvolgendolo in una sfera nuvolosa. Da “Su”, il punto primordiale, il suono dell’inspirazione cosmica (Energia-Suono-Respiro) uscì simultaneamente in forma di spirale, il Kotodama. “Su” si estese circolarmente nei suoni “u, yu, mu” e si espanse verticalmente nei suoni “a, o, u, e, i”. La tensione tra questi suoni diede nascita a spirito/materia, a fuoco/acqua, a yin/yang, e successivamente si trasformò nei 75 Kotodama che mantengono l’esistenza.
I Kotodama oggi
Ad oggi i Kotodama, sono delle frasi, dei suoni vocalici che ancora hanno una parte molto importante nella vita giapponese. In Giappone anticamente, si credeva che ogni parola pronunciata si sarebbe un giorno realizzata: per questo, ad esempio, durante un banchetto nuziale si faceva attenzione a non usare parole quali “malaugurato” o “wakareru” (separarsi) e “kireru” (rompersi).
Nel Reiki di Usui con il termine Kotodama, spesso ci si riferisce ad alcuni suoni specifici (non presenti in tutte le scuole Reiki) che vengono intonati come se fossero dei veri e propri Mantra: vengono salmodiati a ripetizione o emessi come se fossero un lungo suono.
L’interdipendenza
Grazie alle loro vibrazioni, tali suoni, producono un effetto di guarigione attraverso la funzione dell’interdipendenza: ogni suono possiede una determinata frequenza vibrazionale, per mezzo della quale l’Energia liberata può essere indirizzata in modo preciso, al fine di lavorare su tematiche specifiche, siano esse fisiche, mentali emozionali o spirituali.
Un uso esclusivo
Le scuole Reiki che fanno uso dei Kotodama sovente ne fanno un uso esclusivo e non utilizzano Shirushi (Simboli) come invece avviene nelle altre. Quattro sono i Kotodama presenti nel Reiki, proprio come quattro sono gli Shirushi (Simboli). È interessante notare che l’effetto prodotto dai vari Kotodama è identico a quello prodotto dai Simboli stessi. I Simboli Reiki solitamente, vengono utilizzati spesso insieme ai loro “Mantra” (per alcune scuole sono facoltativi). Tali “Mantra” non vengono mai cantati come si farebbe con i Kotodama, ma vengono semplicemente ripetuti per tre volte (questa cosa non fa parte di molte scuole Reiki tradizionali che, appunto, non li ripetono). Erroneamente, molti praticanti Reiki, chiamano i Kotodama anche Jumon, ma in realtà la differenza fra i due è estremamente marcata.
Il Jumon
Il “Jumon” è qualcosa in cui la forma grafica (Simbolo) e suono/vibrazione sono intimamente connessi: un esempio classico è il “III° Shirushi” che in realtà non è un Simbolo (potere nella forma) ma un Jumon (potere dato della forma grafica + suono/vibrazione). Il termine “Jumon” significa “incantesimo” o “magia”; ma sicuramente non intesi come faremmo noi occidentali. Il suono rappresenta la forza creatrice dell’Universo; se pensiamo per un attimo alla famosa frase biblica: “E Dio disse…”, allora si comprenderà subito il significato e l’importanza del suono all’interno di tutte le culture religiose.

Roberto Brizzi Reiki Kenkyukai