Con il termine “Shirushi” ci si riferisce a quello che per ogni praticante Reiki è uno dei Simbolo presenti all’interno del pratica creata da Usui Sensei. Quando parliamo di “Shirushi”, ci riferiamo sempre alla forma grafica (il disegno del simbolo stesso). Il mondo dei Simboli Reiki è sicuramente un punto “delicato” della pratica in quanto, ad oggi, c’è veramente troppa confusione al riguardo. Chiariamo subito che i Simboli Reiki del Sistema di Usui sono quattro e non cinque o chissà quanti. Da quanto sappiamo pare addirittura che il Quarto Simbolo sia stato aggiunto al sistema in un secondo momento (non si sa se da Hayashi Sensei o dalla Maestra Takata). Essi vengono trasmessi al praticante durante i seminari di Secondo Livello (i primi tre) e di Terzo Livello (il quarto o Simbolo del Master). Oggi purtroppo moltissimi altri Simboli vengono letteralmente aggiunti al sistema Reiki: trattasi di Shirushi che vengono proposti agli allievi come “originali” ma che del Reiki però non hanno proprio nulla. Ed ecco che così, ad esempio, ci ritroviamo in mano la OM sanscrita, o la Stella Ebraica a sei punte (Stella di Davide); per non parlare poi di tutte quelle persone che, convinte di possedere gli Shirushi tradizionali, non sanno di avere invece tutt’altro.
Addio tradizione!
Nei miei 30 anni di pratica, ho raccolto cosi tante versioni di Simboli Reiki che neppure potete immaginare: attualmente conosco oltre 35 versioni del Simbolo del Master, per non parlare di quelli di Secondo Livello. In questi ultimi anni ho assistito veramente a tutto: neo-Master che possiedono il Quarto Shirushi solo a metà e che se vogliono la “parte mancante” devono pagare un’ulteriore quota in denaro al loro “Maestro”. Attivazioni a distanza (che non esistono nel Reiki di Usui!), il 3X2: ti compri i tre livelli e ne paghi due, Reiki su 7 o 20 livelli. Livelli da “Gran Master”, “Insegnanti” che decidono se darti oppure no uno dei Simboli del Secondo Livello e, infine, maestri che ti trasmettono il “Reiki Tradizionale di Usui” ma che invece sanno benissimo essere una pratica inventata (vedi il Reiki Tibetano, l’Osho Neo-Reiki, Karuna Reiki ecc.). Con tutto ciò non voglio spaventare i praticanti o tutte quelle persone che vogliono accedere al Reiki: vorrei solo mettere al corrente che in giro c’è veramente molta confusione, quindi fate attenzione. L’invito che invece faccio a questi insegnanti, è quello di cominciare a dire la verità sul Reiki: iniziare a dire ciò che è Reiki e ciò che non è. Sarebbe saggio, oltre che onesto, informare i propri allievi sul tipo di Reiki che stanno per apprendere, perché è veramente troppo facile dire: “Qui facciamo il Reiki di Usui!”.
Shirushi e segretezza
Molto spesso incontro persone che mi chiedono il motivo della segretezza riguardante i Simboli. Prima di tutto vorrei dire che senza l’attivazione al II° livello o al III°, i Simboli sono del tutto inutilizzabili: se si potevano usare senza l’attivazione, credo che oggi sarebbero già stati insegnati a tutti. Esistono due motivi per cui i Simboli dovrebbero restare segreti, anche se purtroppo al giorno d’oggi è possibile trovarli con estrema facilità, sia su libri che in rete. Questo succede “grazie” a tutti quei “Buddha” che hanno sentito propria la “missione” di doverli pubblicare (il fine comunque è sempre di natura economica). Il primo motivo, è quello della sacralità: ciò che è sacro si tratta con rispetto e non si sbandiera ai quattro venti; credo che la frase biblica che dice di non dare le perle ai porci renda perfettamente l’idea.
Un altro motivo
Il secondo motivo, tema ampiamente discusso, è quello che l’entrare in contatto con i Simboli senza esserne attivati, può innescare in noi dei processi così intensi e profondi da creare sconvolgimenti interiori: non è il Simbolo che “fa male”, ma il fatto che la persona non sa gestire la grande energia da esso veicolata. Attualmente ci sono in giro molte versioni di Simboli. Personalmente ho utilizzato Simboli provenienti dal lignaggio di Takata (al quale sono stato attivato) e Simboli delle scuole giapponesi (sono stato attivato praticamente a tutte quelle conosciute) e posso affermare con sicurezza che non ho trovato grandi differenze: i Simboli funzionano sempre anche se più ci si allontana dalla forma originale più anno effetti meno intensi. l’importante comunque è che siano di scuole Reiki tradizionali, sia di lignaggio occidentale che orientale. Più lavoro con gli Shirushi e più sono convinto che il fatto del loro funzionamento sia legato più ad una questione di lignaggio che di forma: è come se ci fosse una sorta di “sanatoria universale” che corregge gli errori involontari. Personalmente credo che non è importante quali Simboli (della tradizione) utilizziate: Usui insegnava agli allievi che essi erano un “supporto” e con il tempo, li avrebbero dovuti superare e abbandonare. Trattate gli Shirushi Reiki con rispetto, e se non siete attivati ad essi lasciateli perdere: non giocateci. Per il resto, utilizzateli così come vi sono stati insegnati e soprattutto non innovate: ci sono già troppi pasticci nel Reiki fatto da noi occidentali.
Come sono fatti gli Shirushi
Gli Shirushi sono forme grafiche che devono essere imparate a memoria. La cosa splendida dei Simboli Reiki è che essi non possono esser manipolati dai nostri intenti: infatti hanno una loro energia e una loro intelligenza: se tentassimo, ad esempio, di manipolare qualcuno attraverso di essi, questo fortunatamente non ci sarebbe permesso. All’interno dei miei gruppi ho sempre invitato i miei allievi alla segretezza, ma in primis, al rispetto. Con l’uso degli Shirushi si incrementa notevolmente il fluire dell’Energia Reiki e poiché sono molto potenti è indispensabile usarli con attenzione e rispetto. Hanno usi e campi di applicazione differenti. Gli Shirushi delle scuole giapponesi spesso differiscono, sia graficamente che negli utilizzi, rispetto a quelli insegnati in occidente.
Roberto Brizzi – Reiki Kenkyukai